Economia e finanza
Gli Stati Uniti prima, l’Europa poi, hanno visto una nascita e uno sviluppo del crowdfunding vertiginoso. In principio colossi come Kickstarter erano solo startup sperimentali, nel corso dagli anni queste realtà sono cresciute, diventando vere e proprie case history. In Italia il fenomeno del “finanziamento dal basso” è esploso da qualche anno ma, a dispetto della sua giovane età, può contare su piattaforme strutturate, che vedono nei propri numeri la bontà del percorso intrapreso. Crowdfunding: più di 3 mila progetti e 20 milioni di offerte. Storia di un primato tutto italiano
Tra queste Eppela, operativa dal 2011 e operante nel cuore della Toscana (Lucca). Un nucleo di quasi venti persone (inizialmente il team era composto da quattro professionisti), con un’età media di circa 28 anni, risponde alle domande e alle proposte di progetto provenienti da tutt’Italia e oltre. I numeri, in un mercato in principio “timido” come quello del crowdfunding, sono cresciuti negli anni, non solo per una maggiore consapevolezza di questo tipo di finanza alternativa, ma anche grazie alla creazione di una sezione di mentoring all’interno di Eppela.
Grandi aziende (Poste Italiane, Nastro Azzurro, Vodafone, solo per citarne alcune) hanno deciso di investire sul crowdfunding e, soprattutto, sulla creatività e l’innovazione made in Italy, cofinanziando migliaia di progetti fino al 50% del budget richiesto. Le cifre sin qui registrate premiano la bontà dell’iniziativa: più di 3mila progetti finanziati, per un volume di offerte totale pari a 20milioni di euro.
Proprio la percentuale relativa ai progetti andati a buon fine, sul totale di quelli pervenuti al team di Eppela, dà alla piattaforma toscana un primato invidiabile: nessuno dei portali analizzati ha una percentuale di successo simile (il 60% ca.), riuscendo a superare ampiamente i diretti competitor internazionali come Kickstarter (36%) e Indiegogo (9%). Insomma, anche l’Italia nel crowdfunding ha la sua eccellenza.