Cultura e spettacolo
E’ sempre spunto di diatriba l’argomento “ricette tipiche”, perché nel nostro Paese spesso posso variare da una provincia all’altra, da città a città e, talvolta, anche da quartiere a quartiere… ogni famiglia ha la sua tradizione, che ovviamente ritiene inattaccabile e originaria. Ma cosa mettono realmente gli Italiani in tavola il giorno di Natale? Lontano dalle redazioni dei facoltosi giornali di cucina o dai ridondanti menù dei ristoranti, spesso scollati dalla realtà, Ricetta.it percorre nella sua infografica le cucine delle famiglie italiane raccontate dalle stesse sui social. I dolci di Natale regione per regione: risponde la community (INFOGRAFICA)
Si evidenzia una maggior presenza di lievitati al nord e di fritti al sud, con profusione di frutta secca, candita e uvetta sparsi in maniera omogenea. Elementi dolci facilmente reperibili e conservabili nel passato, quando si doveva far ricorso a ciò che la natura offriva in quel luogo e in quel tempo (pieno inverno). Si nota come siano anche tutti dolci di facile conservazione, che potevano durare durante per tutto il periodo delle feste (senza frigorifero ovvio) e come gli italiani siano ancora legati a tradizioni antiche, nonostante oggi si abbiano a disposizione ben più ingredienti e possibilità di cucinarli e conservarli.
E’ così che in Val D’Aosta si mette i tavola a fine pranzo il mecoulin, un lievitato simile a panettone con panna, uvetta, scorza di limone e rhum, in Piemonte fa capolino forse l’unico dolce al cucchiaio presente nell’infografica: il bonet, una sorta di budino con amaretti e un leggero sapore di rum. In Lombardia si sfidano a duello pandoro e panettone, ma ha la meglio il secondo per gli utenti di Ricetta.it; frutta secca e candita anche per lo zelten trentino, così come per la gubana del Friuli, ma in questo caso si aggiungono anche cannella e grappa. In Veneto si spolverano pandori a fine pasto, ma scendendo in Liguria, Toscana ed Emilia i dolci sono dei “pani” decisamente meno lievitati, ma comunque ricchi e calorici: Pandolce, Panforte, Panpepato. Marche e Umbria ripropongono l’utilizzo di frutta secca e candita negli impasti ma sotto forma di biscotto (cavallucci e pinoccate); parrozzo in Abruzzo e pangiallo in Lazio dove finalmente si intravede del cioccolato. Ora bisogna accendere le pentole piene d’olio perché si frigge: in Campania gli struffoli, in Molise i caragnoli, in Basilicata i calzoncelli, in Puglia le cartellate, in Calabria i mostaccioli, e in sardegna le seadas. I Buccellati siciliani sono invece “bocconcini” ripieni di i fichi secchi, uva passa, mandorle e altri ingredienti che possono cambiare da zona a zona.
L’infografica sui dolci di Natale di Ricetta.it riassume in maniera chiara e visibilmente esplicativa la suddivisione regionale, dando evidenza di similitudini e variazioni che possono essere spunti di riflessioni sulla storia del cibo e della tradizione culinaria popolare.