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Milano – Chi Odia Paga (COP) è la prima piattaforma legaltech italiana in grado di difendere sia legalmente che informaticamente le vittime di odio online. Chi Odia Paga non è solo una startup tecnologica ma è anche la prima realtà legaltech a vocazione sociale che coinvolge, tramite il crowdfunding, l’intera società civile per prevenire e contrastare la diffusione dell’odio online. CHI ODIA PAGA CHIUDE CON SUCCESSO LA CALL PER ASSOCIAZIONI “UNA BUONA CAUSA” E CHIAMA A RACCOLTA LE AZIENDE PER RAFFORZARE IL CONTRASTO ALL’ODIO ONLINE
Una Buona Causa: parte il crowdfunding del primo progetto contro l’odio online
“Una Buona Causa” è la call for ideas periodica di COP, rivolta a tutte le associazioni italiane, con l’obiettivo di stimolare tramite il crowdfunding la creazione e lo sviluppo di iniziative di prevenzione, sensibilizzazione ed educazione per contrastare l’odio online. Dodici i progetti candidati alla prima edizione della call chiusa a fine giugno tra cui è stato selezionato, con una votazione online che ha coinvolto quasi 3.000 votanti, il progetto “New Wild Web – Le armi del cyberbullismo”: spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo di carattere interattivo e multimediale messo in scena dalla compagnia Puntozero di Milano composta da giovani detenuti.
Chi Odia Paga: un approccio integrato
Uno degli obiettivi di Chi Odia Paga è quello di creare una “rete del bene”, capace di accogliere tutti gli attori della società civile che possano e vogliano contribuire non solo alla creazione di iniziative specifiche ma, soprattutto, educare gli utenti a un uso consapevole dei social media ricordando, come sottolinea Francesco Inguscio CEO di COP, che “per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio serve l’educazione e chi la sa diffondere”.
Un approccio inclusivo e integrato quindi quello che sta alla base della soluzione proposta da Chi Odia Paga per contrastare il problema dell’odio online che dilaga in rete: una piattaforma legaltech per applicare la legge a difesa delle vittime e una rete di associazioni e progetti di formazione e sensibilizzazione per prevenire l’odio online sostenuti dalla Rete attraverso il crowdfunding. Ai fondi raccolti e derivati dal crowdfunding si affiancheranno le donazioni di aziende e fondazioni che vogliono sostenere in matching grant queste iniziative e offrire difese legali gratuite alle vittime di odio online.
“Donate Profit To Stop Hate”: la risposta italiana a “Stop Hate For Profit”
In questi giorni è in corso la campagna “Stop Hate For Profit” [ndr: ferma l’odio per il profitto], aderendo alla quale moltissime multinazionali tra cui Coca-Cola e Unilever hanno tagliato temporaneamente i propri budget pubblicitari destinati ai principali social media rei, a loro avviso, di non fare abbastanza per censurare i messaggi d’odio che si diffondono in Rete. “Donate Profit To Stop Hate” [ndr: dona il profitto per fermare l’odio] è la risposta propositiva di Chi Odia Paga attraverso la quale in Italia le aziende possono donare sistematicamente parte dei loro profitti per contrastare l’odio, dimostrando di avere responsabilità sociale e sostenendo iniziative di educazione, prevenzione e contrasto all’odio online e agli haters.
Cosa possono fare concretamente le aziende che vogliono aderire?
Aziende e Fondazioni che vogliono prendere posizione sui temi dell’odio online in modo propositivo e costruttivo possono aderire alla campagna #DonateProfitToStopHate e sostenere altri progetti al momento presenti su “Una Buona Causa” che attendono solo un partner per poter partire: faranno del bene alla società civile e dimostreranno con i fatti di avere una vera corporate social responsability.
COP è una startup innovativa a vocazione sociale lanciata a Milano nel 2018 dal venture accelerator Nuvolab, con il finanziamento di Oltre Venture e l’advisory legaltech di LT42. Tramite la piattaforma legaltech Chi Odia Paga si prefigge l’obiettivo di difendere i bersagli di odio online rendendo fruibile direttamente online l’accesso a tutte le azioni necessarie per rispondere legalmente agli attacchi degli hater di cui l'utente è vittima.